Domenica a Castro, sulla costa adriatica salentina, è andato in scena il “ballo” di fine anno, quello più atteso dai biker dopo un anno in cui hanno macinato migliaia di chilometri di strada e diversi di dislivello.
Il weekend di gara è iniziato ben presto, per alcuni già dal lunedì, con diversi pro-rider giunti a Castro per memorizzare ogni centimetro del percorso e prendere confidenza con un terreno per tanti inusuale.
La Castro Legend Cup non presenta né dislivelli importanti (appena mille metri), né pendenze di quelle che aggrediscono, lasciando i segni, quadricipiti e polpacci.
La gara organizzata dal Ciclo Club Spongano riesce, nonostante le “mancanze”, a lasciare i biker senza un filo di energia.
È un percorso tecnico e nervoso, che a conti fatti, non concede un attimo di tregua.
I biker devono tenere gli occhi spalancati dal primo all’ultimo metro, spalancati come i piedi sull’acceleratore. La costa salentina è rocciosa e i sassi che affiorano dal terreno sono lì pronti a lasciare i segni sulle coperture grasse, così come la vegetazione mediterranea è pronta e a piena disposizione per lasciare un autografo sulle gambe e sulle braccia dei bikers.
La Castro Legend Cup è una gara tutta da guidare, una gara assai divertente che a pieno titolo merita la classificazione UCI.
A metà della settimana le temperature e il meteo sembrano ancora estivi, lasciando sperare in una gara soleggiata, e soprattutto dal gran finale, di assoluto impatto: un tunnel sotterraneo di ben settecento metri che sbuca fino a “tuffarsi” in mare, su una banchina galleggiante installata ad hoc per l’occasione.
I ragazzi del Ciclo Club Spongano, capeggiati da Giuseppe Maggiore, mille ne pensano, mille-una ne fanno.
Amano sorprendere e spesso, quasi sempre, ci riescono.
Tutto è bello, tutto pare perfetto, fino alla notte di venerdì in cui il buon Dio decide di mandar giù tanta di quella pioggia che rende impraticabile sia il finale che gran parte del percorso.
E ora come si fa? Si prega e si lavora, con le ore che mancano allo start che si fanno sempre più contate.
Nemmeno il sabato è di aiuto con una pioggia ancor più abbondante e con la Protezione Civile pronta a proclamare l’allerta arancione, che tradotto in termini ciclistici significherebbe gara cancellata.
L’unica speranza in cui confidare sembra essere la voce dei pescatori: “domenica non pioverà!”.
È così sarà, con gli organizzatori bravi a lavorare tutta la notte per rendere il tracciato di gara adatto ad ospitare una gara di altissimo livello, quale appunto è la Castro Legend Cup.
Domenica, la gara dei pro parte con un ora di ritardo e con un taglio di venti km, tutto sommato il minimo sindacale per i tanti dubbi che aleggiavano fino a poche ore dalla partenza.
Ai nastri di partenza ci sono i volti più importanti della mountain bike internazionale.
Pronti via, una dopo l’altra, hanno inizio le diverse prove contenute nella Castro Legend Cup. Si, ad ogni biker la sua sfida: pro, master, finalisti x-Legend, e soprattutto (per la seconda volta a Castro, ma la prima volta la domenica) gli atleti paralimpici, coloro che meritano, più di ogni altro, un grande, grandissimo, applauso collettivo.
La gara UCI dei pro imprime da subito un ritmo altissimo per allungare e spezzare il gruppo di testa, salvo procedere poi di riserva fino a metà gara, quando la testa della gara è ancora composta da circa dieci atleti e i distacchi sono nell’ordine di pochissimi giri di lancette.
Dopo la metà, la gara si fa più vera: è la maglia tricolore di Rabensteiner e quella del due volte campione del mondo Paez ad avvantaggiarsi sulla concorrenza. Alle loro spalle, unico inseguitore, è il campione tedesco Seewald, staccato di poche centinaia di metri.
Tra le donne è Piana a mettere metri tra sé e le sue dirette avversarie.
A pochi chilometri dal traguardo Rabensteiner, più veloce in volata rispetto al collega colombiano, lascia a quest’ultimo il ruolo di tirare il treno di testa per impedire a Seewald di rientrare. Quando la volata tra i due campionissimi sembra ormai scontata, Paez sbaglia traiettoria e lascia il campione italiano solo fino al traguardo, dove può alzare le braccia e la bici al cielo, quella bici Wilier con cui a Castro ha gareggiato per l’ultima volta.
Rabensteiner ritorna sul gradino più alto del podio dopo la vittoria del 2022. A fargli compagnia sul podio sono Paez e Seewald. Stesso podio ma a posizione invertite rispetto alla precedente edizione.
Tra le donne è Piana nonostante un braccio sanguinante, causa piccola caduta, ad alzare le braccia sul traguardo.
Alle sue spalle giungono Fasolis e Zarantonello.
Al link giù in basso tutte le altre classifiche di una Castro Legend Cup che di anno in anno si fa sempre più grande, in attesa di raggiungere traguardi ancor più prestigiosi.
La Castro Legend Cup nonostante le difficoltà può ritenersi promossa a pieni voti!
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